Cesare Bocci: il Siciliano delle Marche
La televisione ha contribuito alla popolarità dei romanzi gialli di Andrea Camilleri che hanno come protagonista l’Ispettore Montalbano.
Il commissario svolge a Vigata (cittadina immaginaria) indagini su casi che sono metafore della vita in Sicilia (e più in generale dell’esistenza umana), capace di scherzare sulle ironie del destino.
Proprio perché immaginarie, le storie del Commissario Montalbano, sanno diventare archetipi di quanto raccontano. Diventano archetipi le architetture barocche, i borghi marinari, il mare blu, i mafiosi, le vittime, gli assassini e i poliziotti. Così diventa archetipo anche il poliziotto latin lover.
Ma, scherzi della televisione, per avere vero poliziotto fimminaro siciliano – così come esce dalle pagine di Andrea Camilleri – devi farlo interpretare da un geologo nato a Camerino nelle Marche.
Ed ecco che dietro i baffi mascolini di Mimì Augello, c’è l’attore Cesare Bocci, talentuoso attore marchigiano.
Affascinante, scanzonato e vivace, l’attore sembra avere tutto dalla vita.
Pochi però sapevano che, a pochi giorni dal parto, la moglie di Cesare Bocci, Daniela Spada è stata colta da un ictus che le ha fatto perdere completamente la memoria e le ha imposto una lunghissima riabilitazione.
È successo nel 2000, il primo d’aprile, giorno in cui si fanno scherzi.
E proprio “Scherzo d’aprile” s’intitola il libro in cui 16 anni dopo Cesare e Daniela hanno raccontato la loro difficile storia. Storia di una caduta e di una rinascita.
Una storia che ha reso Bocci attore, un uomo dalla profonda sensibilità sociale.
Dietro un personaggio siciliano c’è un attore marchigiano.
Dietro l’attore marchigiano un amore e un dramma.
Dietro il dramma ancora l’amore e una rinascita.